Fluorangiografia

#
Fluorangiografia

La Fluorangiografia e l’angiografia retinica con verde di Indocianina

La fluorangiografia retinica, sfruttando il fenomeno della fluorescenza, permette di visualizzare i vasi sanguigni del fondodell’occhio. L’esame inizia con l’iniezione in una vena del braccio di una sostanza colorante, la fluoresceina o il verde d’in-docianina, cheattraverso le vie sanguigne si diffonderà in tutto il corpo, raggiungendo anche gli occhi. Mediante una speciale tecnica di fotografia e filtraggio,il colorante diffusosi nel fondo dell’occhio sarà eccitato con luce ad una determinata lunghezza d’onda. La risposta visibile sulla pellicola avràun’altra lunghezza d’onda di quella usata per la stimolazione. Oggi, di regola, questo esame diagnostico è fatto con una fotocamera digitale.
Fluoresceina e verde d’indocianina non hanno perciò nulla a che vedere con i mezzi di contrasto usati nelle angiografie di altri vasi sanguigni mediante tecniche Rontgen, tomografia computerizzata (computed tomography CT) o l’imaging a risonanza magnetica (MRI). Come tutte le sostanze usate in oftalmologia, la fluoresceina o il verde d’indocianina possono però provocare degli effetti collaterali, seppure rari. Perciò una fluorangiografia ha senso soltanto se i precedenti esami del fondo dell’occhio hanno evidenziato alterazioni della retina o della coroide, che sono da esaminare più in dettaglio.

Il fondo dell’occhio ha due sistemi di vasi sanguigni separati: i vasi retinici e i vasi della coroide. In entrambi i sistemi possono verificarsi modifiche patologiche. L’obiettivo della fluorangiografia è di rendere visibili queste alterazioni in termini di tempo, segnatamente all’entrata della sostanza colorante nei vasi sanguigni e alla loro uscita nonché per attribuirle all’uno o all’altro dei sistemi di vasi sanguigni. L’esame angiografico richiede la dilatazione della pupilla e dura, preliminari compresi, circa 30 minuti.

L’angiografia con la fluoresceina

Dopo l’esame del fondo dell’occhio, l’angiografia oculare con il colorante fluoresceina è il metodo più «vecchio» per indagare sulla struttura della retina. La fluoresceina è una sostanza colorante che non può uscire dai vasi sanguigni sani della retina. Per contro, essa fuoriesce dai piccoli vasi della coroide. L’angiografia con fluoresceina permette di visualizzare svariate alterazioni quali vasi sanguigni di nuova formazione nella retina (ad esempio in caso di retinopatia diabetica) o sotto la retina (ad esempio nella degenerazione maculare correlata all’età, nelle miopie elevate), infiammazioni dei vasi sanguigni (ad esempio in caso di uveite), otturazioni dei vasi sanguigni (in svariate patologie della circolazione retinica), affezioni degenerative (ad esempio nelle distrofie della retina) o in caso di accumulo di liquido al centro della retina (corioretinopatia sierosacentrale, edema maculare).

Esami approfonditi per classificare le affezioni

In presenza di degenerazione maculare correlata all’età, l’angiografia con fluoresceina è di grande importanza per decidere sui trattamenti più indicati. Se dall’angiogramma risultano alterazioni degenerative senza fuoriuscita di sostanza colorante, la degenerazione maculare correlata all’età è di tipo «secco», se invece la sostanza colorante si diffonde sotto la retina si parla di degenerazione maculare correlata all’età di tipo «umido». La degenerazione maculare correlata all’età «umida» può essere ulteriormente suddivisa in sottogruppi Se nella fase precoce dell’angiogra-fia è ben visibile una neoformazione di vasi sotto la retina si parla di neovascolarizzazione coroi-dale «classica» (i nuovi vasi sanguigni provengono dalla coroide, il termine abbreviato è CNV). Se invece non è riconoscibile una neovascolarizzazione del genere, ma nella fase tardiva dell’an-giogramma si notano accumuli di sostanza colorante (che indicherebbero la presenza di una neovascolarizzazione coroidale) si parlerà di CNV «occulta» (mal riconoscibile, nascosta).
Oggi l’angiografia con fluoresceina è essenziale in tutte le affezioni in cui si ha accumulo di liquidi (e con esso di sostanza colorante), cioè in caso di neovascolarizzazioni nella o sotto la retina, di edema maculare, di infiammazioni dei vasi reti-nici. In assenza di simili accumuli di liquido, come ad esempio nella maggior parte delle distrofie re-tiniche ereditarie o nella forma secca della degenerazione maculare correlata all’età, l’esame del-l’autofluorescenza del fondo dell’occhio è più indicato dell’angiografia con fluoresceina (v. anche Giornale Retina no. 3-4 / 2005). Infatti, l’au-tofluorescenza del fondo dell’occhio fornisce ulteriori informazioni, si può ripetere più facilmente e non ha eventuali effetti collaterali dovuti ad un’iniezione di sostanza colorante. In particolare nelle malattie che portano ad un ispessimento della retina, quali l’edema maculare o una neo-vascolarizzazione sottoretinica, è sensato fare una tomografia a coerenza ottica (OCT) a complemento o in luogo dell’angiografia con fluoresceina.

L’angiografia con il verde d’indocianina

Il verde d’indocianina (ICG) è una sostanza colorante che normalmente non fuoriesce né dai vasi retinici né dai vasi coroidali. In certi casi Cangio-grafia con il verde d’indocianina permette di visualizzare le alterazioni a livello di retina e di coroide non identificate con l’angiografia con la fluoresceina. Siccome il verde d’indocianina non fuoriesce dai piccoli vasi sanguigni della coroide, la sostanza è parti co I a mente adatta per individuare alterazioni sottoretiniche e coroidali.
Bisogna tuttavia considerare che solo in pochi casi l’angiografia al verde d’indocianina fornisce in-f o rmazioni supplementari, per questo motivo quest’esame è poco frequente.